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DE-BRAND

“Mi approprio delle immagini dei Brand patinati per re-interpretare, artisticamente, la nostra società!”
Questo potrebbe essere, in sintesi, il pensiero di Marco Réa, De-Brand Artist, classe 1975, un ineccepibile curriculum in giro per il mondo, una lunga ricerca artistica organizzata nel pensiero e nel fare che, spesso e volentieri, approda nelle stesse riviste patinate come Vouge, Tatler e Lampoon.

De-Brand Artist per “destrutturare” l’iconicità di un sistema di comunicazione visiva, frutto della nostra società della “carta patinata” e delle modelle icone, ritratte dai migliori fotografi della pubblicità creativa di prodotti e degli still-life.

Marco Réa è simbolo e protagonista del “Manifesto” sul De-Branding, inteso come una scelta per la quale si decide di esprimere le proprie idee in modo chiaro e con valore neutro, evidente e indiscutibile.

Nel “manifesto” di Réa non c’è spazio per il rifiuto, ma solo per l’appropriazione di una storia e di una realtà sociale che vorrebbe rappresentarci: una società di “Brand”, dove anche “Il Diavolo veste Prada”!!

Réa interviene artisticamente quando la carta patinata e il messaggio del Brand giunge all’apice della sua massima parabola espressiva per compiere “l’atto finale” dell’appropriazione personale, a cui segue una metabolizzazione e la restituzione, alla stessa società, di un nuovo pensiero in forma di opera d’arte.

Marco Réa utilizza le raffinate immagini pubblicitarie come una solida base di partenza e discussione, non ha rivendicazioni da fare, opposizioni o contestazioni, semplicemente ne prende atto per poi elaborare la sua nuova configurazione d’arte e di pensiero.

Alle iconiche immagini brandizzate, Réa sovrappone l’aniconismo dei suoi spray che solcano, segnano, modificano, gocciolano, nebulizzano, interpretano i volti bellissimi delle donne magistralmente fotografate e interpretate nei ritratti delle copertine delle riviste e pubblicità.

Usa la tecnica dello spray con molta attenzione e in modo quasi esclusivo, i suoi colori appaiono come le spatolate della pittura ad olio, infatti, e non a caso, “confessa” una sua passione per Francis Bacon.

Non bisogna cercare molti altri significati nei volti segnati e trasformati da Réa, perché i “segni” della nostra società sono già presenti nelle immagini dei Brand e lui, le rivive in altre forme e pensieri, più spesso in modo esclusivamente personale.

Il risultato finale è come una stratigrafia, in pratica un’opera d’arte pittorica sopra un’altra opera d’arte fotografica, un primo pensiero di Brand a cui Marco Réa sovrappone un secondo pensiero di De-Brand per costruire nuove visioni d’arte ed estetiche.

Testi a cura di: Roberto Concas