I discovered Marco's work on Instagram & liked every post immediately! I'm a huge fan of Graffiti & a Style Addict & his mix of Chic Rebellion appealed to my visual taste ! They all have a Tough Beauty, a look I always try to achieve with my own work. It is hard to make dreams from life these days which he does so well . JBXXX I look forward to the day when I own some of his work or would love to commission a portrait!!!Judy Blame
Since I met Marco his humble and delicate soul stayed with me. When I had the pleasure to visit his studio and see his works of art I was amazed by the beauty and the life he is able to give to urban ephemera. I delight in the way he uses spray as some sort of make-up. I love that his images give a feeling of cherished warmth to exhausted and forgotten ones. The world has very short memory and everybody needs to be remembered and be made beautiful. I wish Marco all the luck in the world.Silvia Vacirca. L'Officiel Italia
I first came across Marco's work on Instagram and as an artist albeit a makeup artist, I was intrigued by his disruption of beauty, to take existing material and rework it in a painterly approach, to create a spellbinding tour de force of texture and colour.
His work is mesmerisingly powerful - I think I align with his guerrilla punk aesthetics - his work challenges the idea of 'what is beauty?' - Heaven!Val Garland
Marco's work has such a unique beauty. The marks seems to float delicately above the image to transcend its original form. Marco creates paintings that draw the viewer into a exquisite dream like, sometimes ghostly world, he is like an alchemist!Unskilled (Helen Downie)
Inspired by dreams, mental inspiration, and the loss of intimacy, the Italian born Marco Rea has been able to keep his works recognizable and original. Rea’s work rises from a glossy image, created in order to sell a product, full of messages of desire and fascination, which stir people to material fetishism for mass culture products. However, Marco removes the product from the image and atmosphere totally changes. The subject is bent to his will.JUXTAPOZ Magazine (USA)
Il grande filosofo tedesco Walter Benjamin affermava che “ogni gesto è un evento, si potrebbe quasi dire: un dramma in sé”. Partendo da questa citazione che Benjamin ha voluto proferire a proposito dell’arte letteraria vorrei timidamente e senza troppi presupposti indirizzare le parole del filosofo verso un’altra forma d’arte, quella di cui si parla in questa rubrica che accompagna i nostri martedì da ormai un po’ di tempo.
La gestualità dell’artista che crea, sia egli uno scrittore o un pittore, è un atto coraggioso come quello dell’attore che recita su un palco davanti ai suoi spettatori che attendono di essere travolti dalla sua interpretazione che mira a coinvolgere i sensi attraverso la sua bellezza apollonica e la sua passione dionisiaca.
Quando queste due componenti penetrano l’un l’altra allora il dramma irrompe imperturbabile nell’estasi di chi osserva.
Se dovessi descrivere cosa sia per me il dramma allora senza proferire parola alcuna mostrerei al mio interlocutore una qualsiasi opera del nostro ospite di oggi, una persona straordinaria oltre che un fantastico artista che io ho avuto l’onore di conoscere personalmente: Marco Rea.
Nei suoi lavori va in scena il dramma, esattamente ciò di cui parlavo nelle prime righe, quel dramma poetico in cui la gestualità trasforma l’apparente bellezza in un’opera d’arte in cui il passato e il presente del soggetto si incastrano perfettamente in quel gioco di luci ed ombre in cui l’opera viene forgiata.
Un’autentica espressione di un surrealismo che potremmo forse definire iconografico quello di Marco Rea, una sfida vincente alla sacralità dell’ordinaria bellezza.Organiconcrete. Eva Di Tullio
L’icona rappresenta la sintesi di una civiltà, l’esperienza religiosa e culturale di un popolo che un tempo affidava a un’immagine il proprio credo. La contemporaneità si è impossessata di una metodologia iconografica che porta il profano, nella sua misura patinata, a divenire oggetto di sacralità, simbolo di credenza spirituale.
La pubblicità, in particolare, celebra nelle sue immagini la nuova religione contemporanea, la perfezione fisica viene spinta su di un piedistallo irraggiungibile tanto da dispiegare una sorta di celebrazione liturgica ove l’estetica è l’elemento cardine di un’alterità declinata al femminile.
Marco Rea agisce nella sacralità di questo repertorio iconografico, s’impossessa delle immagini di una liturgia contemporanea e imprime con la sua pittura la volontà di dare forma a un universo intellegibile dove la perfezione femminile diviene lo spunto per creare un nuovo vocabolario, un’inedita iconografia di santitàINSIDE ART. Alessia Carlino
An exploration into a glamourous zone of media and fashion, women and desire. Through the juxtaposition of soft skin tones and natural light with flecks of bright aerosol paint, Marco Rea creates a sparkling and dazzling array of images that evoke beauty and desire.Street art sf.com
There is an exciting period going on in the art scene of California. Culver City, Los Angeles and San Francisco are going to be playgrounds for some of the most inspiring urban artists creating today. As for the interesting arena of Pop Art Shooting Gallery will present an exhibition by the talented Italian artist Marco Rea, whose pop surrealism work promises to make an impact in the eyes and minds of the art loving public.
Wide Walls (USA)
As pinturas de Marco Rea exibem tons sombrios e melancolicos, com retratos de mulheres que, provenientes de cartazes de publicidade e de moda, são reimaginadas pelo artista como meras sombras, com os olhos literalmente perdidos (negros, como se no lugar dos olhos houvesse apenas um vazio escuro) e não raramente se desvanecendo como se derretessem com o tempo.estou-sem (Portogallo)
Sus obras están hechas con aerosoles y son el resultado de la reinterpretación de imágenes ya existentes en vallas publicitarias, portadas o anuncios de revistas que son cuidadosamente alteradas hasta que apenas se asemejan a su forma original, mostrando un alma secreta, oscura y melancólica.Lamono magazine (Spagna)
Para muchos artistas, el dolor y el sufrimiento es algo difícil de representar, ya que se necesita simbolizar de forma correcta el “sentir” y al mismo tiempo se debe transmitir –con la menor ambigüedad posible– esa emoción al público que la vea. En este caso, el artista italiano Marco Rea, explora el concepto del “dolor” a través de una interesante colección de obras hechas a base de pinturas acrílicas y en aerosol.Artefeed (Spagna)
Sinistre creature emergono da un’immagine patinata, creata ad hoc per vendere un determinato tipo di articolo e stimolare il desiderio di consumo, caratteristica tipica dei prodotti della cultura di massa.
Rimosso il prodotto, l’atmosfera cambia totalmente, il soggetto si piega alla sua volontà, e diventa altro. I suoi modelli preferiti sono le donne, perse nella loro intimità, colte nei loro spazi mentali.Art Vibes
I’m dying to be a fly on the wall in Marco Rea‘s studio to watch how he creates, specifically these mixed media pieces made with magazine covers and spray paint. Design Crush (USA)
Marco Rea, an italian based artist creates disturbing portraits pulled from his person dreams, loss of intimacy and overall ailments of mental illness. Each portrait is a familiar figure but distorted into something from a beautiful nightmare.Graveravens.com
Las caras del italiano Marco Rea (Roma, 1975) se derriten lánguidas y fantasmagóricas. El contorno del rostro sólo se intuye tras los goterones de pintura, los ojos se emborronan hasta convertirse en manchas negras extendidas sobre las mejillas y se juntan con la boca, que también sobrepasa sus dominios. Una niebla espesa lo embadurna todo sin tregua.20minutos.es (Spagna)
Il lavoro di Marco Rea “sorge” dall’intervento pittorico con bombolette spray sulle immagini patinate di cartelloni pubblicitari, poster, manifesti cinematografici, ecc., e sulla loro veicolazione di messaggi di desiderio di possesso e di fascino legati alla vendita di un prodotto. L’intervento di Marco è nella rimozione del prodotto da questa immagine e nella creazione di un'atmosfera che evoca la bellezza e il desiderio di una dimensione “altra”, fatta di luce vitale, di sguardi sfuggenti e di passioni ossessive.
Intimità, pensieri e sogni, esplorazioni e spazi mentali... bellezza e desiderio di un continuo cercarsi, indagarsi, esplorarsi. Le creature delle opere di Marco per me hanno la sofficità del gesto che una donna compie di fronte a uno specchio, il gesto di “toglier via” il trucco dalle labbra, dagli occhi, dal viso... e sono intrise dell’odore che ha un batuffolo di ovatta imbevuto di un “cosmetico” difficilmente reperibile sul mercato: il senso di libertà... la magia dello svelamento.Wall Street International. Flavia Lanza
However, a number of artists who started their careers by showing in lowbrow galleries have gone on to show their work primarily in mainstream fine art galleries. Joe Coleman, Ray Caesar, Mark Ryden (from his 2007 'Tree Show' exhibition), Robert Williams, Ciou, Manuel Ocampo, Georganne Deen, the italian Marco Rea and the Clayton Brothers are examples.Wikipedia (Lowbrow art movement)
Este artista italiano modifica imágenes de moda y cosmética con un tratamiento de color a medio camino entre el graffiti y la estética gótica.
La fotografía publicitaria, y en especial la vinculada al mercado de la moda y la cosmética, suele ser una fotografía aséptica, demasiado limpia, orientada a comunicar un rostro de proporciones perfectas, agradable a la vista, convenientemente retocado con Photoshop para añadir brillo, reducir sombras y transmitir un aura que quiere parecer divina aunque en realidad sea de lo más mundana y reconocible. Pero a ese tipo de fotografía se le puede dar la vuelta, como si fuera un calcetín, precisamente para que muestre todo lo contrario: una sensación imperfecta, incluso espectral. Ese es el punto de partida de Marco Rea, un artista italiano (nacido en Roma en 1975; todavía reside ahí y exhibe en diversas ciudades de Europa y Estados Unidos con regularidad) que utiliza una técnica muy particular para darle una nueva dimensión surrealista a los rostros bellos: el spray típico del graffiti aplicado al cartel publicitario.Play ground
Born in Rome in 1975, where he still lives and works, Marco Rea graduated in History of Contemporary Art, producing for many years graffiti on the walls of several Italian cities as a graffiti artist. It was during this time that Rea created and developed his own unique ‘Pop Surrealist’ technique of spray painting on billboards and the pages of glossy magazines. The result being nothing less than provocative
Rea’s technique transforms glossy magazine advertising into something entirely new, alive. Rea has raised the culture jamming ethos of Italy’s urban street artists — a form of subvertising used to disrupt or subvert media culture and its mainstream cultural institutions, including corporate advertising — into an entirely new realm of artist endeavour which focuses not only on subverting or critiquing political or advertising messages, or their negation, but to transcend both image and message with one of Rea’s own creation.Urban Graffiti (USA). Mark McCawley
Una sequenza di teste senza corpo. Corpi senza testa. Turgori sessuali che si specchiano in orbite di occhi vuoti, in una dissolvenza senza parole. Farsi esangue di passioni. Ossimori, in cui si aprono spazi di percezione che interrogano i sensi, oltre la ragione e la forma. Offrendosi agli spettatori come un catalogo di perturbazioni impregnato di un’asettica malia.
Protagoniste dei lavori di Marco Rea sono figure femminili, mai colte nella loro interezza, soppesate nel tentativo di coglierne uno spessore psicologico: volti o corpi abbandonati in una liquida immaterialità che allude tanto al rapimento sensuale quanto allo sciogliersi della vita nella non-vita.Francesco Paolo Del Re
La mostra De-brand di Marco Réa, prima personale in Sardegna, presenta una selezione di opere inedite, con un allestimento stile “haute couture”. Réa “destruttura” l’iconicità di un sistema di comunicazione visiva, frutto della nostra società della “carta patinata”.Roberto Concas